MAROCCO E SAHARA OCC. 2014
GIO 16 OTTOBRE
Partenza
da casa alle 8,30, fortunatamente il tempo anche se coperto non è piovoso e la
temperatura è buona. La moto non è proprio comoda con il monumento di bagagli
ancorato dietro e i due zaini mi costringono anche la posizione della testa, la
velocità è scarsa, mi sa che ho sbagliato a non allungare la trasmissione.
Decido
per una strada comoda e vado verso Vercelli dove imbocco la Ge-Gravelona. Dopo
un’ottantina di km l’odometro comincia a dare indicazioni di velocità strane
fino a rimanere fisso su 199 km/h, boh mi dico che si è guastato e proseguo
anche se le indicazioni di distanza sono proporzionate alla velocità indicata,
così non so quanta strada faccio.
Al
casello a Genova mi si spegne la moto e faccio una fatica notevole a
riaccenderla, col bottone non va e col pedale è un’agonia! In gloria riesco ad
arrivare al porto e mi si spegne ancora all’imbocco e con fatica arrivo a
mettermi in fila in attesa di imbarco alle 10,45.
Le
pratiche di check in e di polizia sono
velocissime visto che ho il biglietto elettronico e non c’è coda, mentre alla
polizia: “Ma vada tanto è italiano!” ed ancora una volta non ho la marca sul
passaporto!!!!
Scendo
dalla scala di metallo degli uffici sudato come un galeotto coi miei due zaini
e butto tutto accanto alla moto, scopro di avere poca benzina, mannaggia la
perdita al rubinetto di destra del serbatoio forse non era piccola come
pensavo! (secondo problema dopo la batteria fottuta, ecco perché fatica a
partire!).
Metto
i problemi al fondo del cervello e attacco a mangiare qualcosa della mia sacca
di viveri mentre mi guardo attorno. Ci sono poche moto, un gruppo di grosse
tutte diverse e un carrello tedesco di leggere. Ho accanto un soggetto con una
mountain-bike con due rimorchi mono ruota legati dietro, mi avvicino per
osservare e conosco Omar Ruiz-Diaz un soggetto che non ho capito bene di dov’è,
ha vissuto in Canada, negli USA, in Sud America e viaggia in bicicletta dal ’91
come dice il suo volantino. E’ uno spirito libero, parla parecchie lingue e tra
inglese, francese, spagnolo ci intendiamo bene, mi spiega che campa facendosi
pagare le fotografie in cui compare con lo sfondo dei paesi che attraversa dai
vari sindaci per la pubblicità che gli fa???? E vende collanine e braccialetti
fatti di maglie di catena di bici che è il suo credo per un mondo più pulito
(la BICI ovvero mobilità sostenibile).
Cominciano
ad imbarcare, così mi sposto come di consueto in prima linea superando tutti a
spinta, ennesima battaglia per avviare ed entro in nave tra i primi, parcheggio
e mollo la moto avviandomi alla cabina sudato, stracarico e stravestito con
addosso anche le protezioni che non stanno nel bagaglio.
Mi
assegnano la cabina e dopo aver fatto un mucchio delle mie cose mi faccio una
doccia...AHH!! che bello! Ridistribuisco
le cose per avere nello zainetto le cose di valore e vado sul ponte di poppa a
guardare chi si imbarca. E’ un pochino triste essere soli ma
sopportabile...sicuramente conoscerò altri motociclisti.
La
nave parte in orario alle 13,30 ed io bivacco costantemente al ponte di poppa o
nel bar accanto, con vista piscina in secca.
La vita di bordo scorre lenta, punteggiata dai miei 5 pasti al giorno di
fondi di prosciutto e bresaola e un po’ di frutta tra lunghe letture (mi sono
portato 2 due libri in inglese perché
durino di più) e ancor più lunghe sedute di cazzeggio con i conoscenti
occasionali. Ho fatto amicizia con un gruppo simpatico, due di Mantova e due di
Desenzano che fanno un giro prevalentemente su asfalto con delle BMW, qualcuno
vorrebbe osare sulle piste, ma uno ha paura e non ne vuole sapere.
I
miei compagni di cabina sono tre marocchini genti li e simpatici he stanno
sempre in cabina ci mangiano e dormono sempre.
Novara-Genova OGGI 140 KM TOT 140
KM
VEN 17 OTTOBRE
Come
sempre ho dormito come un sasso dalle 23 alle 6, doccia e alle 7 sono già in
giro, la costa è vicina ed abbiamo rallentato per entrare in porto a Barcellona
che è uno scalo, alle 7,30 siamo ormeggiati. Dal porto si vede il palazzo di
cristallo a forma di vela ed in lontananza anche le guglie della Sagrada
Famiglia, s’imbarcano poche vetture e alle 10 già siamo salpati.
Fortunatamente
il mare è liscio come l’olio e il tempo scorre lento, mangiare, chiacchierare,
sole e lettura...che barba!
Ieri
facendo le fiche polizia e dogana ho conosciuto anche quelli dell’altro gruppo
dalle moto tutte diverse, hanno anche una guida ch
e francamente non mi pare
molto esperta, ma sono meno socievoli e divertenti dei precedenti con cui passo
molto tempo. Abbiamo pranzato e cenato insieme al bar e tirato le 11,30, oggi
mi sento la testa pesante, sarà tutta questa inattività!
Ho condiviso il viaggio in nave con: Franco Vanna che ha una BMW nuova, Ivan Reggiani ha una
Honda 600F, Mauro Tognana ha una BMW GS e Mario Vertua non ricordo che moto.
Sono
un gruppo simpatico.
Genova-Barcellona nave OGGI
0 KM TOT 140 KM
SAB 18 OTTOBRE
Oggi
ho dormito un po’ di più, doccia, preparato la borsa per lasciare la nave ed
infine colazione, la borsa viveri si è vistosamente ridotta.
L’arrivo
è previsto x le 12,30...attendiamo pazienti!
Alle 8,30 sorge il sole su un cielo sereno.
Ancora
un sacco di chiacchere e in orario perfetto arriviamo a Tangeri Med.
Giù
al ponte D e sono tra i primi a scendere, pur con problemi di avviamento e
paura che non mi peschi più la benzina lasciandomi a piedi prima del
distributore. Infilandomi come un vero marocchino faccio una dogana lampo e mi
avvio verso l’ufficio di cambio, indispensabile per pagare la benzina e l’autostrada.
200€
valgono 2160 diram, 10,8 x1€ e questo è il mio primo cambio.
Con
le tasche gonfie di cartaccia vado al distributore ancora mezzo svestito, 2^
rotonda a destra, circa quattro km (forse ce la faccio) e riempio il
serbatoio...mannaggia il rubinetto tocca lo scarico e perde ancora, speriamo di
non andare a fuoco!
Torno
all’autostrada e mi fermo per rivestirmi e sistemare gli zaini, sudo sette
camicie e smadonno come uno scaricatore per avviare il motore ma alla fine
vinco e riparto, con la costante paura che mi si spenga ai caselli o alle
rotonde, riavviarle così carico è un vero supplizio. Seguo le indicazioni del
GPS che ho programmato per arrivare al campeggio e alle 14,30 arrivo senza
problemi, la strada è facile e sono tutti viali a doppia corsia con solo due
svolte su rotonde. L’ultimo pezzo costeggia un muro bianco piantonato qua e la
da militari, scoprirò poi che è la residenza reale di Tangeri.
Il
camping Achakar, trovato su internet, non è male, ha un negozio di alimentari
appena fuori, un bel bar ristorante con WIFI carino, pulito e con camerieri
gentili, le piazzole hanno la corrente, accidenti, infatti un cane mi mastica
il telefono lasciato sotto carica danneggiando irrimediabilmente il
caricabatterie e il telefono si comporta in modo strano per un po’.
Per
fortuna il negozio accanto vende i caricab. così lo ricompro immediatamente.
In
camping c’è solo un camper con due anziani coi quali faccio amicizia, mi
raccontano che stavano lasciando il Marocco e in dogana Michel ha dichiarato il
possesso di una “pistolet d’allarm” che ho capito poi essere una di quelle
giocattolo che sparano i pllini di plastica gialli.
I
poliziotti non hanno gradito e gli hanno sequestrato pistola e passaporti trattenendoli
per accertamenti...ed eccoli qui ad attendere decisioni della polizia. Sono
piuttosto incazzati e dicono che non verranno mai più in Marocco (è vero che
sono sull’ottantina ma mi chiedo cosa gli è saltato in mente di portarla 1 e di
dichiararla 2).
Faccio
una telefonata a casa che già mi manca e mando un messaggio ai compagni di
viaggio per informarli che sono già in campeggio e li aspetto, loro sono a Sete
per imbarcarsi.
Adesso
relax, parto con la schiscèta e vado in spiaggia a mangiare e leggere un po’,
si scende dalla strada lungo il letto di un oued e si arriva sulla spiaggia
sabbiosa con alle spalle la falesia delle Grotte d’Ercole e il villaggio
turistico abbandonato. C’è sempre vento, ma anche un bel sole ed è piacevole
guardare la successione infinita di onde sul verde dell’Atlantico.
Doccia
fredda con un filo d’acqua perché non ho voglia di andare a prendere le chiavi
per farla calda nei bungalow e nel frattempo sono arrivati un lui e lei
svizzeri con due BMW 800 e 650 dai serbatoi smisurati, sicuramente faranno
strade asfaltate.
Finale
con cena al ristorante dove il cuoco è gentile e mi prepara una tajina di pollo
e verdure anche se non è nel menu, accompagnata da the alla menta e alla fine
una coppa di gelato, tutto buono e a buon mercato.
La benzina qui costa 1,3Dh/l, il campeggio 65Dh uomo+moto+tenda.
Barcellona-Tangeri
nave, Tangeri Med-Cap Spartel moto
OGGI 80 KM TOT 220 KM
DOM 19 OTTOBRE
La
notte in tenda è stata difficile a causa del materassino, per motivi di spazio
quest’anno non ho il solito materasso autogonfiabile, ma uno di quelli di sola
schiuma da globe trotter che è più piccolo sia di superficie che di spessore e
quest’ultimo crea qualche problema. Con il mio dolce peso si schiacia e non
attutisce gran che, così mi sveglio di continuo ... mi abituerò!
Intanto,
però, sono sveglio quassi ogni ora e mi tocca fare una seduta di lettura a metà
della notte in attesa di riprendere sonno.
La
colazione di oggi è ancora a base di viveri italiani, con crudo affettato sulla
sella della moto.
Un
caffè al bar che, non è neanche male, mentre mi dedico al WIFI per mantenere i
contatti con la famiglia e poi spiaggia. Il vento e la lettura mi distraggono
dalla potenza del sole africano e dopo un po’ mi accorgo che le gambe,
nonostante l’intensa abbronzatura da runner cominciano ad essere di un
preoccupante colore bordeaux.
Tornato
al camping Brigitte e Michel, i due anziani francesi mi abbordano e me la
raccontano per un pezzo, mi sa che hanno voglia di sfogarsi della frustrazione
di essere prigionieri. Lui ha lavorato per società che si occupano di
estrazione petrolifera in tutto il mondo ed è un montatore tuttofare dalla
mente ancora molto lucida. Mi racconta che è appassionato di aerei, di volo e d
è stato costruttore e pilota di deltaplani, oltre che di camper. Questo, che
Brigitte mi mostra tutta orgogliosa è il secondo, devo riconoscere che è molto
ben fattto, e pur essendo un furgone, è piuttosto spazioso all’interno e ha un
sacco di accorgimenti tecnici interessanti.
Quando
mi sgancio mi dedico ancora un po’a whatsapp e poi alla corsa.
Oggi
cambio direzione, vado a destra, seguendo la strada litoranea che sale e scende
ancora di più ed è martoriata dal vento. Arrivo al faro di cap Spartel e poi
proseguo in salita verso il cole coi ripetitori.
Poco
dopo il rio dove scendo al mare c’è un grande spiazzo tra la macchia
mediterranea bassa dove un gruppo di cammelli bardati attende i turisti per
passeggiale lungo la spiaggia, mentre più avanti ci sono le pendici dei rilievi
coperte di bassi pini che spandono un magnifico profumo. Al ritorno il sole sta
tramontando e il litorale è infestato di romantiche coppiette in auto che si
infrattano in ogni angolo, altro che rigoroso Islam, qui è come da noi!
Le
zone in salita contro vento erano infernali, sono più stanco del solito.
Al
ritorno i francesi mi invitano a cena, così non ho il problema di cosa mangiare
al ristorante.
Non
trovo più il libro e mi pare di averlo lasciato in spiaggia, altra galoppata
inutile, poi scopro di averlo dimenticato nel negozio di alimentari.
Porto
dei dessert comprati al ristorante per la cena sul camper. Il pasto è piuttosto
frugale ma le parole scorrono a fiumi, lui è un abile cantastorie e mi racconta
della sua infanzia in Normandia ai tempi della guerra, la sua passione per gli aerei,
i tedeschi, la scuola, il lavoro nei campi petroliferi, il volo sul deltaplano,
mentre lei era ostetrica ed è anche preparata sulla tecnica del volo
libero. Sono entrambi al secondo
matrimonio, che dura ormai da 40 anni; sono una coppia incredibile, arzilli e
brillanti, pacati eaffiatati, anche se un po’ ingenui nonostante l’età.
Dopo
un paio d’ore stare seduto sulla panca della dinette mi spezza il sedere e la
schiena, inoltre ho una gamba che preme su un fianco del mobile (il camper è
fatto per la comodità di due)così mi sgancio educatamente e mi butto sullo
scomodo letto nella tenda che almeno è spazioso! E passo dal francese orale all’inglese
scritto.
Cap Spartel OGGI 0
KM TOT 220 KM
LUN 20 OTTOBRE
Questa
notte c’è stato parecchio vento, mi sono svegliato un po’ meno di ieri e sono un po meno scassato, comincio ad
abituarmi alla scomodità monastica.
La
mattina passa, oggi dovrebero arrivare i francesi ed infatti verso mezzogiorno
mi arriva un messaggio: sono in porto.
Decido
di aspettarli per mangiare, mentre comincio ad organizzare i bagagli per il
resto del viaggio.
Il
tempo passa e non arrivano, alle 2 mi stanco di aspettare e mi prendo un
insalatona al ristorante, tonno, gamberetti, formaggio, palmitos, avocado e chi
più ne ha più ne metta! In Italia mi sarebbe costata 20€ qui tutto il pasto
6,5€.
Finalmente
alle 15 arrivano, li vedo dalle vetrate del ristorante, prima il Toy verde, pio
quello grigio ed infine quello bianco e rosso.
Saluti a tutti, ci sono i due Bernard, Patou, Otmar che non vedo da
qualche anno e Dominique l’ex capo di Bernie che non conosco e mentre si
sistemano in campeggio mi spiegano che in dogana è stata parecchio lunga per Bernard
con le moto. Inoltre la sua auto ha avuto un intervento al differenziale
posteriore a casa ma già a Sete c’era una perdita d’olio che li ha costretti a
smontare l’albero di trasmissione posteriore.
Sono
due o tre anni che questo ponte posteriore dà problemi, è stato aperto e
richiuso non so quante volte! Morale oggi si resta in campeggio e nel
pomeriggio vanno alla Toyota di Tangeri per vedere cosa si può fare.
Vanno
in 4 con due auto, non si sa mai! Restiamo solo io e Patou, faccciamo una
passeggiata in spiaggia per ammazzare il tempo e al ritorno prendiamo una coppa
di gelato al bar.
Finalmente
alle 19 tornano e spiegano che hanno preso appuntamento per domani mattina per
fare il lavoro...speriamo sia la volta buona! Dicono che il concessionario
è molto gentile e il meccanico preparato
e per 80€ smontano, rifanno al tornio un distanziale che si è usurato e
rimontano tutto.
Per
festegiare apparecchiamo il primo “aperò” del viaggio, accanto a me c’è Otmar
che è veramente un casino da capire, parla un tedesco dalla pronuncia
incomprensibile inframmezzato da qualche parola di inglese e poche di francese
tutte con lo stesso accento!!
A
cena in campeggio assaggio una shawarma di carni miste con insalata e patatine,
non è male e poi tutti a nanna.
Cap Spartel OGGI 0
KM TOT 220 KM
MAR 21 OTTOBRE
Ancora
una volta notte con puntate di lettura e sveglia presto. Oggi colazione
signorile al bar, gli altri si fanno caffetteria e vassoio di brioche,
marmellata e miele, ciambelle e formaggio di capra, mentre io più morigerato
opto per un caffè con yogurt.
Due
auto partono per Tangeri per il lavoro al differenziale mentre con Patou resto in
campeggio. Ancora una corsa, ma oggi è facile, non c’è il solito ventaccio e
arrivo alla sommità del colle anche se la salita è piuttosto lunga. Doccia e
spiaggia.
Al
ritorno mi faccio un’insalatona di pollo che non è male, il cuoco è un
simpaticone e gli piace il suo lavoro, accontenta volentieri i clienti.
E’
ora di cominciare a lavorare, bisogna caricare la mia moto sul carrello.
Purtroppo la moto di Nick è messa al centro del rimorchio, bisogna slegarla,
trasferire il binario di lato per fare posto e mettere la mia dall’altro lato.
E’ un carrello stretto così le installiamo una in avanti e l’altra
all’indietro, i due manubri insieme non stanno. Siamo agili, in poco più di
mezz’ora facciamo tutto.
Ci
annoiamo a morte e leggiamo bevendo l’immancabile the alla menta che qui è
spettacolare.
Finalmente
alle 19,30 arrivano con l’auto a posto ...evviva evviva!
Festeggiamo
col consueto aperitivo e ci trasferiamo al ristorante per la cena.
Senza
le donne stentiamo un pochino a paritire di cambusa, devo dire.
Dopo
mangiato partono i soliti racconti delle avventure andate, dei viaggi passati,
delle persone conosciute o incontrate che sono belle per chi è un “veterano“
del gruppo, ma sono un pochino intimidenti per i nuovi perché, pur se molto
carine e interessanti, tendono ad escluderli dal cuore del gruppo. Non c’è
cattiveria, sono ricordi piacevoli, il coinvolgimento verrà col procedere dl
viaggio e con la solidarietà che si sviluppa nei confronti di tutti.
Mi
pare di capire che non c’è grande ansia di partire presto domani, in effetti
c’è tempo prima dell’arrivo dell’aereo con gli altri ad Agadir.
Cap Spartel OGGI 0
KM TOT 220 KM
MER 22 OTTOBRE
Sveglia
con calma, ed allo stesso modo ritiriamo tutto. Andiamo a fare colazione alle 9
e alle 10 lasciamo il campeggio in convoglio. Bernard e Otmar davanti con il
rimorchio aperto da due moto, Bernie e Nick dietro col rimorchio chiuso da 4
moto e da ultimi Patou ed io senza rimorchio.
Imbocchiamo
l’autostrada verso Sud, ogni tanto un controllo alla scatola del differenziale
che continua ad avere una lieve perdita, sfilano Larache, Kenitra e Rabat alla
modesta e prudente velocità di 100 km/h e ci fermiamo in un villaggioa mangiare
una bella tajina di vitello.
L’idea
è di arrrivare ad El Jaida e fermarci ad un’area camper, ma non la troviamo,
così proseguiamo verso Oualidia dove ce n’è un'altra.
Questa la troviamo ma non
è di gradimennto di Bernard perché il fondo è di cemento e per le tende non va
(notare che lui dorme in auto...la mente umana è sempre difficile da sondare!)
così proseguiamo e dopo poco troviamo un piazzale sterrato con accanto un marabutto che
affaccia sul mare, compare anche un fantomatico guardiano, anche se non si
capisce di cosa; abbiamo trovato a chi dare una mancia!
Il
posto sta bene a tutti, torniamo in paese a cenare con delle deliziose
brochettes miste manzo, pollo e agnello, un sacco di verdure cotte e patatine a
volontà. Presi dalla libidine prendiamo anche un paio di pizze da dividere, in
Italia non l’avrei degnata di uno sguardo una pizza simile, ma la fame è brutta
e ...abbiamo spazzato tutto complice anche la prima birra in terra africana che
ha scatenato gli stomaci.
Ce
ne torniamo al piazzale e in un attimo, come dei consumati bivaccatori,
prepariamo le tende per la notte, mentre il guardiano ci dice chiaramente che
vuole la mancia.
Qui
lo scenario è proprio bello, dietro le tende la falesi che sia ffaccia sul
mare, asinistra una collinetta con la cappella musulmana e a destra la falesia
digrada scendendo su una spiaggia.
Cap Spartel -Oualidia OGGI
0 KM moto TOT 220 KM
GIO 23 OTTOBRE
Questa
notte ho dormito su una scogliera a picco sul ruggito continuo dell’Atlantico,
sono crollato come un sasso e mi sono svegliato presto come sempe, la tenda è
fradicia di umidità che qui è una costante. Guardo rapito il cielo terso,
stellato e incredibile d’Africa, cerco le poche stelle che conosco ed esprimo
tre desideri alla vista di altrettante stelle cadenti, la prima lunga e
spettacolare. Un satellite sfreccia luminoso nel cielo, lo seguo per un poco e
torno in tenda a leggere.
Questa
mattina prima colazione bollita con la Kelly Kettle, mangiamo all’ombra del
marabutto con gli occhi sul movimento ipnotico delle onde.
Fuori
città ci sono un sacco di ville pretensiose in un ambiente piuttosto desolato.
Passiamo
Essaouira e ci fermiamo a pranzo in un villaggio, insalata marocchina e pesce
fresco, il mio trancio di tonno è delicato e succulento.
Ancora
un po’ di strada e facciamo campo in un posto sassoso sulle colline poco
distante dal mare.
Questa
sera cena picknick, non estraiamo la cucina. C’è una stellata meravigliosa.
Oualidia-campo OGGI
0 KM moto TOT 220 KM
VEN 24 OTTOBRE
Oggi
sveglia alle 7,30 per una corsa con Bernie, seguiamo la sterrata verso il mare,
si snoda a meandri tra le colline, si vede una candida coltre di nubi basse
sull’acqua che celano il mare, a cui non riusciamo ad arrivare perché la strada
si ferma in un villaggio popolato da cani arrabbiati, prudentemente passo con
due bei sassi in mano e loro capiscono subito.
Torniamo verso il campo dove il mio socio si ferma, mentre io continuo
sull’asfalto fino alla moschea lungo la strada e ritorno, ci sono le capre che
pascolano tranquille in cima ad un albero.
Arriviamo
ad Aourir, 40 km da Agadir, dove ci fermiamo a mangiare, siamo di fronte a
mercato del pesce ma questi infelici non ne hanno, così ripieghiamo su una
strana tajina con dentro l’uovo: mai vista!
Bernard
controlla il differenziale, io compro un caricabatterie per le stilo a meno di
4€ e ci spostiamo al campeggio Aourir, qualche km all’interno.
Ci
sistemiamo, scarichiamo le moto, sistemo il rubinetto della mia moto ruotando
un poco il primo tratto dello scarico e smontiamo il gancio di traino al Toy
rosso, è enorme e molto pesante. Andiamo in paese a cercare dei bulloni che lo
fissano, ma qui è un’impresa disperata, non si trova nulla. Torniamo e
rimontiamo i due predellini-paraurti d’alluminio alla buona, uno con una
cinghia.
Faccio
un bel bucato di tutto quello che ho utilizzato sino ad ora, metto in carica le
batterie del gps e della camera e mi faccio una bella chiaccherata in inglese
con Nick (sembra che ci tenga particolarmente, forse col fatto che è in
pensione non ha più occasione di parlarlo).
Arriva
l’ora dell’aperitivo che ci facciamo in piazzola e quindi si passa al
ristorante per una tajina di pollo.
Buona
notte, domani arrivano gli altri in
aereo e bisogna andare a prenderli in aeroporto.
Campo-Aourir OGGI
0 KM moto, 900di auto da
Tangeri TOT 220 KM
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