lunedì 29 dicembre 2014

Marocco e Sahara Occidentale ott-nov 2014 1^parte


MAROCCO E SAHARA OCC. 2014

GIO 16 OTTOBRE
Partenza da casa alle 8,30, fortunatamente il tempo anche se coperto non è piovoso e la temperatura è buona. La moto non è proprio comoda con il monumento di bagagli ancorato dietro e i due zaini mi costringono anche la posizione della testa, la velocità è scarsa, mi sa che ho sbagliato a non allungare la trasmissione.
Decido per una strada comoda e vado verso Vercelli dove imbocco la Ge-Gravelona. Dopo un’ottantina di km l’odometro comincia a dare indicazioni di velocità strane fino a rimanere fisso su 199 km/h, boh mi dico che si è guastato e proseguo anche se le indicazioni di distanza sono proporzionate alla velocità indicata, così non so quanta strada faccio.
Al casello a Genova mi si spegne la moto e faccio una fatica notevole a riaccenderla, col bottone non va e col pedale è un’agonia! In gloria riesco ad arrivare al porto e mi si spegne ancora all’imbocco e con fatica arrivo a mettermi in fila in attesa di imbarco alle 10,45.
Le pratiche  di check in e di polizia sono velocissime visto che ho il biglietto elettronico e non c’è coda, mentre alla polizia: “Ma vada tanto è italiano!” ed ancora una volta non ho la marca sul passaporto!!!!
Scendo dalla scala di metallo degli uffici sudato come un galeotto coi miei due zaini e butto tutto accanto alla moto, scopro di avere poca benzina, mannaggia la perdita al rubinetto di destra del serbatoio forse non era piccola come pensavo! (secondo problema dopo la batteria fottuta, ecco perché fatica a partire!).
Metto i problemi al fondo del cervello e attacco a mangiare qualcosa della mia sacca di viveri mentre mi guardo attorno. Ci sono poche moto, un gruppo di grosse tutte diverse e un carrello tedesco di leggere. Ho accanto un soggetto con una mountain-bike con due rimorchi mono ruota legati dietro, mi avvicino per osservare e conosco Omar Ruiz-Diaz un soggetto che non ho capito bene di dov’è, ha vissuto in Canada, negli USA, in Sud America e viaggia in bicicletta dal ’91 come dice il suo volantino. E’ uno spirito libero, parla parecchie lingue e tra inglese, francese, spagnolo ci intendiamo bene, mi spiega che campa facendosi pagare le fotografie in cui compare con lo sfondo dei paesi che attraversa dai vari sindaci per la pubblicità che gli fa???? E vende collanine e braccialetti fatti di maglie di catena di bici che è il suo credo per un mondo più pulito (la BICI ovvero mobilità sostenibile).
Cominciano ad imbarcare, così mi sposto come di consueto in prima linea superando tutti a spinta, ennesima battaglia per avviare ed entro in nave tra i primi, parcheggio e mollo la moto avviandomi alla cabina sudato, stracarico e stravestito con addosso anche le protezioni che non stanno nel bagaglio.
Mi assegnano la cabina e dopo aver fatto un mucchio delle mie cose mi faccio una doccia...AHH!! che bello!  Ridistribuisco le cose per avere nello zainetto le cose di valore e vado sul ponte di poppa a guardare chi si imbarca. E’ un pochino triste essere soli ma sopportabile...sicuramente conoscerò altri motociclisti.
La nave parte in orario alle 13,30 ed io bivacco costantemente al ponte di poppa o nel bar accanto, con vista piscina in secca.  La vita di bordo scorre lenta, punteggiata dai miei 5 pasti al giorno di fondi di prosciutto e bresaola e un po’ di frutta tra lunghe letture (mi sono portato  2 due libri in inglese perché durino di più) e ancor più lunghe sedute di cazzeggio con i conoscenti occasionali. Ho fatto amicizia con un gruppo simpatico, due di Mantova e due di Desenzano che fanno un giro prevalentemente su asfalto con delle BMW, qualcuno vorrebbe osare sulle piste, ma uno ha paura e non ne vuole sapere.
I miei compagni di cabina sono tre marocchini genti li e simpatici he stanno sempre in cabina ci mangiano e dormono sempre.
Novara-Genova         OGGI 140 KM                       TOT  140 KM
VEN 17 OTTOBRE
Come sempre ho dormito come un sasso dalle 23 alle 6, doccia e alle 7 sono già in giro, la costa è vicina ed abbiamo rallentato per entrare in porto a Barcellona che è uno scalo, alle 7,30 siamo ormeggiati. Dal porto si vede il palazzo di cristallo a forma di vela ed in lontananza anche le guglie della Sagrada Famiglia, s’imbarcano poche vetture e alle 10 già siamo salpati.
Fortunatamente il mare è liscio come l’olio e il tempo scorre lento, mangiare, chiacchierare, sole e lettura...che barba!
Ieri facendo le fiche polizia e dogana ho conosciuto anche quelli dell’altro gruppo dalle moto tutte diverse, hanno anche una guida ch
e francamente non mi pare molto esperta, ma sono meno socievoli e divertenti dei precedenti con cui passo molto tempo. Abbiamo pranzato e cenato insieme al bar e tirato le 11,30, oggi mi sento la testa pesante, sarà tutta questa inattività!
Ho condiviso il viaggio in nave con: Franco Vanna che ha una BMW nuova, Ivan Reggiani ha una Honda 600F, Mauro Tognana ha una BMW GS  e Mario Vertua non ricordo che moto.
Sono un gruppo simpatico.
Genova-Barcellona nave     OGGI  0 KM               TOT 140 KM


SAB 18 OTTOBRE
Oggi ho dormito un po’ di più, doccia, preparato la borsa per lasciare la nave ed infine colazione, la borsa viveri si è vistosamente ridotta.
L’arrivo è previsto x le 12,30...attendiamo pazienti!  Alle 8,30 sorge il sole su un cielo sereno.
Ancora un sacco di chiacchere e in orario perfetto arriviamo a Tangeri Med.
Giù al ponte D e sono tra i primi a scendere, pur con problemi di avviamento e paura che non mi peschi più la benzina lasciandomi a piedi prima del distributore. Infilandomi come un vero marocchino faccio una dogana lampo e mi avvio verso l’ufficio di cambio, indispensabile per pagare la benzina e l’autostrada.
200€ valgono 2160 diram, 10,8 x1€ e questo è il mio primo cambio.
Con le tasche gonfie di cartaccia vado al distributore ancora mezzo svestito, 2^ rotonda a destra, circa quattro km (forse ce la faccio) e riempio il serbatoio...mannaggia il rubinetto tocca lo scarico e perde ancora, speriamo di non andare a fuoco!
Torno all’autostrada e mi fermo per rivestirmi e sistemare gli zaini, sudo sette camicie e smadonno come uno scaricatore per avviare il motore ma alla fine vinco e riparto, con la costante paura che mi si spenga ai caselli o alle rotonde, riavviarle così carico è un vero supplizio. Seguo le indicazioni del GPS che ho programmato per arrivare al campeggio e alle 14,30 arrivo senza problemi, la strada è facile e sono tutti viali a doppia corsia con solo due svolte su rotonde. L’ultimo pezzo costeggia un muro bianco piantonato qua e la da militari, scoprirò poi che è la residenza reale di Tangeri.
Il camping Achakar, trovato su internet, non è male, ha un negozio di alimentari appena fuori, un bel bar ristorante con WIFI carino, pulito e con camerieri gentili, le piazzole hanno la corrente, accidenti, infatti un cane mi mastica il telefono lasciato sotto carica danneggiando irrimediabilmente il caricabatterie e il telefono si comporta in modo strano per un po’.
Per fortuna il negozio accanto vende i caricab. così lo ricompro immediatamente.
In camping c’è solo un camper con due anziani coi quali faccio amicizia, mi raccontano che stavano lasciando il Marocco e in dogana Michel ha dichiarato il possesso di una “pistolet d’allarm” che ho capito poi essere una di quelle giocattolo che sparano i pllini di plastica gialli.
I poliziotti non hanno gradito e gli hanno sequestrato pistola e passaporti trattenendoli per accertamenti...ed eccoli qui ad attendere decisioni della polizia. Sono piuttosto incazzati e dicono che non verranno mai più in Marocco (è vero che sono sull’ottantina ma mi chiedo cosa gli è saltato in mente di portarla 1 e di dichiararla 2).
Faccio una telefonata a casa che già mi manca e mando un messaggio ai compagni di viaggio per informarli che sono già in campeggio e li aspetto, loro sono a Sete per imbarcarsi.
Adesso relax, parto con la schiscèta e vado in spiaggia a mangiare e leggere un po’, si scende dalla strada lungo il letto di un oued e si arriva sulla spiaggia sabbiosa con alle spalle la falesia delle Grotte d’Ercole e il villaggio turistico abbandonato. C’è sempre vento, ma anche un bel sole ed è piacevole guardare la successione infinita di onde sul verde dell’Atlantico.






Dopo un po’ mi stufo e vado a correre, fortuna che ho portato le vecchie Asics della 100 km, scelgo la strada che va verso Tangeri ed ho percorso in moto arrivando. C’è un marciapiede molto comodo, ma è tutta un sue giù e al ritorno sono spezzato, i due giorni di inattività completa in nave si sentono!
Doccia fredda con un filo d’acqua perché non ho voglia di andare a prendere le chiavi per farla calda nei bungalow e nel frattempo sono arrivati un lui e lei svizzeri con due BMW 800 e 650 dai serbatoi smisurati, sicuramente faranno strade asfaltate.
Finale con cena al ristorante dove il cuoco è gentile e mi prepara una tajina di pollo e verdure anche se non è nel menu, accompagnata da the alla menta e alla fine una coppa di gelato, tutto buono e a buon mercato.
La benzina qui costa 1,3Dh/l, il campeggio 65Dh uomo+moto+tenda.
Barcellona-Tangeri nave, Tangeri Med-Cap Spartel moto  OGGI  80 KM       TOT 220 KM


DOM 19 OTTOBRE
La notte in tenda è stata difficile a causa del materassino, per motivi di spazio quest’anno non ho il solito materasso autogonfiabile, ma uno di quelli di sola schiuma da globe trotter che è più piccolo sia di superficie che di spessore e quest’ultimo crea qualche problema. Con il mio dolce peso si schiacia e non attutisce gran che, così mi sveglio di continuo ... mi abituerò!
Intanto, però, sono sveglio quassi ogni ora e mi tocca fare una seduta di lettura a metà della notte in attesa di riprendere sonno.
La colazione di oggi è ancora a base di viveri italiani, con crudo affettato sulla sella della moto.
Un caffè al bar che, non è neanche male, mentre mi dedico al WIFI per mantenere i contatti con la famiglia e poi spiaggia. Il vento e la lettura mi distraggono dalla potenza del sole africano e dopo un po’ mi accorgo che le gambe, nonostante l’intensa abbronzatura da runner cominciano ad essere di un preoccupante colore bordeaux.
Tornato al camping Brigitte e Michel, i due anziani francesi mi abbordano e me la raccontano per un pezzo, mi sa che hanno voglia di sfogarsi della frustrazione di essere prigionieri. Lui ha lavorato per società che si occupano di estrazione petrolifera in tutto il mondo ed è un montatore tuttofare dalla mente ancora molto lucida. Mi racconta che è appassionato di aerei, di volo e d è stato costruttore e pilota di deltaplani, oltre che di camper. Questo, che Brigitte mi mostra tutta orgogliosa è il secondo, devo riconoscere che è molto ben fattto, e pur essendo un furgone, è piuttosto spazioso all’interno e ha un sacco di accorgimenti tecnici interessanti.
Quando mi sgancio mi dedico ancora un po’a whatsapp e poi alla corsa.
Oggi cambio direzione, vado a destra, seguendo la strada litoranea che sale e scende ancora di più ed è martoriata dal vento. Arrivo al faro di cap Spartel e poi proseguo in salita verso il cole coi ripetitori.
Poco dopo il rio dove scendo al mare c’è un grande spiazzo tra la macchia mediterranea bassa dove un gruppo di cammelli bardati attende i turisti per passeggiale lungo la spiaggia, mentre più avanti ci sono le pendici dei rilievi coperte di bassi pini che spandono un magnifico profumo. Al ritorno il sole sta tramontando e il litorale è infestato di romantiche coppiette in auto che si infrattano in ogni angolo, altro che rigoroso Islam, qui è come da noi!
Le zone in salita contro vento erano infernali, sono più stanco del solito.
Al ritorno i francesi mi invitano a cena, così non ho il problema di cosa mangiare al ristorante.
Non trovo più il libro e mi pare di averlo lasciato in spiaggia, altra galoppata inutile, poi scopro di averlo dimenticato nel negozio di alimentari.
Porto dei dessert comprati al ristorante per la cena sul camper. Il pasto è piuttosto frugale ma le parole scorrono a fiumi, lui è un abile cantastorie e mi racconta della sua infanzia in Normandia ai tempi della guerra, la sua passione per gli aerei, i tedeschi, la scuola, il lavoro nei campi petroliferi, il volo sul deltaplano, mentre lei era ostetrica ed è anche preparata sulla tecnica del volo libero.  Sono entrambi al secondo matrimonio, che dura ormai da 40 anni; sono una coppia incredibile, arzilli e brillanti, pacati eaffiatati, anche se un po’ ingenui nonostante l’età.
Dopo un paio d’ore stare seduto sulla panca della dinette mi spezza il sedere e la schiena, inoltre ho una gamba che preme su un fianco del mobile (il camper è fatto per la comodità di due)così mi sgancio educatamente e mi butto sullo scomodo letto nella tenda che almeno è spazioso!  E passo dal francese orale all’inglese scritto.
Cap Spartel   OGGI  0 KM   TOT 220 KM


LUN 20 OTTOBRE
Questa notte c’è stato parecchio vento, mi sono svegliato un po’ meno di ieri  e sono un po meno scassato, comincio ad abituarmi alla scomodità monastica.
La mattina passa, oggi dovrebero arrivare i francesi ed infatti verso mezzogiorno mi arriva un messaggio: sono in porto.
Decido di aspettarli per mangiare, mentre comincio ad organizzare i bagagli per il resto del viaggio.
Il tempo passa e non arrivano, alle 2 mi stanco di aspettare e mi prendo un insalatona al ristorante, tonno, gamberetti, formaggio, palmitos, avocado e chi più ne ha più ne metta! In Italia mi sarebbe costata 20€ qui tutto il pasto 6,5€.
Finalmente alle 15 arrivano, li vedo dalle vetrate del ristorante, prima il Toy verde, pio quello grigio ed infine quello bianco e rosso.  Saluti a tutti, ci sono i due Bernard, Patou, Otmar che non vedo da qualche anno e Dominique l’ex capo di Bernie che non conosco e mentre si sistemano in campeggio mi spiegano che in dogana è stata parecchio lunga per Bernard con le moto. Inoltre la sua auto ha avuto un intervento al differenziale posteriore a casa ma già a Sete c’era una perdita d’olio che li ha costretti a smontare l’albero di trasmissione posteriore.






Sono due o tre anni che questo ponte posteriore dà problemi, è stato aperto e richiuso non so quante volte! Morale oggi si resta in campeggio e nel pomeriggio vanno alla Toyota di Tangeri per vedere cosa si può fare.
Vanno in 4 con due auto, non si sa mai! Restiamo solo io e Patou, faccciamo una passeggiata in spiaggia per ammazzare il tempo e al ritorno prendiamo una coppa di gelato al bar.
Finalmente alle 19 tornano e spiegano che hanno preso appuntamento per domani mattina per fare il lavoro...speriamo sia la volta buona! Dicono che il concessionario è  molto gentile e il meccanico preparato e per 80€ smontano, rifanno al tornio un distanziale che si è usurato e rimontano tutto.
Per festegiare apparecchiamo il primo “aperò” del viaggio, accanto a me c’è Otmar che è veramente un casino da capire, parla un tedesco dalla pronuncia incomprensibile inframmezzato da qualche parola di inglese e poche di francese tutte con lo stesso accento!!
A cena in campeggio assaggio una shawarma di carni miste con insalata e patatine, non è male e poi tutti a nanna.

Cap Spartel   OGGI  0 KM   TOT 220 KM


MAR 21 OTTOBRE
Ancora una volta notte con puntate di lettura e sveglia presto. Oggi colazione signorile al bar, gli altri si fanno caffetteria e vassoio di brioche, marmellata e miele, ciambelle e formaggio di capra, mentre io più morigerato opto per un caffè con yogurt.
Due auto partono per Tangeri per il lavoro al differenziale mentre con Patou resto in campeggio. Ancora una corsa, ma oggi è facile, non c’è il solito ventaccio e arrivo alla sommità del colle anche se la salita è piuttosto lunga. Doccia e spiaggia.
Al ritorno mi faccio un’insalatona di pollo che non è male, il cuoco è un simpaticone e gli piace il suo lavoro, accontenta volentieri i clienti.
E’ ora di cominciare a lavorare, bisogna caricare la mia moto sul carrello. Purtroppo la moto di Nick è messa al centro del rimorchio, bisogna slegarla, trasferire il binario di lato per fare posto e mettere la mia dall’altro lato. E’ un carrello stretto così le installiamo una in avanti e l’altra all’indietro, i due manubri insieme non stanno. Siamo agili, in poco più di mezz’ora facciamo tutto.


Ci annoiamo a morte e leggiamo bevendo l’immancabile the alla menta che qui è spettacolare.
Finalmente alle 19,30 arrivano con l’auto a posto ...evviva evviva!
Festeggiamo col consueto aperitivo e ci trasferiamo al ristorante per la cena.
Senza le donne stentiamo un pochino a paritire di cambusa, devo dire.
Dopo mangiato partono i soliti racconti delle avventure andate, dei viaggi passati, delle persone conosciute o incontrate che sono belle per chi è un “veterano“ del gruppo, ma sono un pochino intimidenti per i nuovi perché, pur se molto carine e interessanti, tendono ad escluderli dal cuore del gruppo. Non c’è cattiveria, sono ricordi piacevoli, il coinvolgimento verrà col procedere dl viaggio e con la solidarietà che si sviluppa nei confronti di tutti.
Mi pare di capire che non c’è grande ansia di partire presto domani, in effetti c’è tempo prima dell’arrivo dell’aereo con gli altri ad Agadir.

Cap Spartel   OGGI  0 KM   TOT 220 KM


MER 22 OTTOBRE
Sveglia con calma, ed allo stesso modo ritiriamo tutto. Andiamo a fare colazione alle 9 e alle 10 lasciamo il campeggio in convoglio. Bernard e Otmar davanti con il rimorchio aperto da due moto, Bernie e Nick dietro col rimorchio chiuso da 4 moto e da ultimi Patou ed io senza rimorchio.







Imbocchiamo l’autostrada verso Sud, ogni tanto un controllo alla scatola del differenziale che continua ad avere una lieve perdita, sfilano Larache, Kenitra e Rabat alla modesta e prudente velocità di 100 km/h e ci fermiamo in un villaggioa mangiare una bella tajina di vitello.
L’idea è di arrrivare ad El Jaida e fermarci ad un’area camper, ma non la troviamo, così proseguiamo verso Oualidia dove ce n’è un'altra. 


Questa la troviamo ma non è di gradimennto di Bernard perché il fondo è di cemento e per le tende non va (notare che lui dorme in auto...la mente umana è sempre difficile da sondare!) così proseguiamo e dopo poco troviamo un piazzale  sterrato con accanto un marabutto che affaccia sul mare, compare anche un fantomatico guardiano, anche se non si capisce di cosa; abbiamo trovato a chi dare una mancia!




Il posto sta bene a tutti, torniamo in paese a cenare con delle deliziose brochettes miste manzo, pollo e agnello, un sacco di verdure cotte e patatine a volontà. Presi dalla libidine prendiamo anche un paio di pizze da dividere, in Italia non l’avrei degnata di uno sguardo una pizza simile, ma la fame è brutta e ...abbiamo spazzato tutto complice anche la prima birra in terra africana che ha scatenato gli stomaci.
Ce ne torniamo al piazzale e in un attimo, come dei consumati bivaccatori, prepariamo le tende per la notte, mentre il guardiano ci dice chiaramente che vuole la mancia.


Qui lo scenario è proprio bello, dietro le tende la falesi che sia ffaccia sul mare, asinistra una collinetta con la cappella musulmana e a destra la falesia digrada scendendo su una spiaggia.

Cap Spartel -Oualidia          OGGI  0 KM moto     TOT 220 KM


GIO 23 OTTOBRE
Questa notte ho dormito su una scogliera a picco sul ruggito continuo dell’Atlantico, sono crollato come un sasso e mi sono svegliato presto come sempe, la tenda è fradicia di umidità che qui è una costante. Guardo rapito il cielo terso, stellato e incredibile d’Africa, cerco le poche stelle che conosco ed esprimo tre desideri alla vista di altrettante stelle cadenti, la prima lunga e spettacolare. Un satellite sfreccia luminoso nel cielo, lo seguo per un poco e torno in tenda a leggere.
Questa mattina prima colazione bollita con la Kelly Kettle, mangiamo all’ombra del marabutto con gli occhi sul movimento ipnotico delle onde.





Leviamo il campo e procediamo sulla strada costiera verso Safi, dove ci sono immense industrie che lavorano i fosfati e una grande centrale elettrica.
Fuori città ci sono un sacco di ville pretensiose in un ambiente piuttosto desolato.
Passiamo Essaouira e ci fermiamo a pranzo in un villaggio, insalata marocchina e pesce fresco, il mio trancio di tonno è delicato e succulento.












Proseguiamo e ci fermiamo a Tafadna, un villaggio di pescatori caratteristico con case dalle facciate bianche e blu, tante barche sulla spiaggia e una miriade di gabbiani. Si arriva dall’alto su una strada che fa due tornanti e dà un colpo d’occhio magnifico. Bernie e Nick fanno il bagno, gli altri curiosano l’attività dei pescatori, l’alaggio delle barche col trattore mentre i gabbiani sciamano per contendersi gli scarti del pesce.








Otmar continua a guadare il gancio della macchina di Bernie, è incazzato nero perché manca un bullone (per tenere il gancio inclinato in modo che il carrello rimanga livellato), lui è troppo teutonico nella tecnologia, non riesce a venire a patti con le nostre soluzioni veloci a problemi altrimenti troppo complicati da risolvere.
Ancora un po’ di strada e facciamo campo in un posto sassoso sulle colline poco distante dal mare.
Questa sera cena picknick, non estraiamo la cucina. C’è una stellata meravigliosa.
Oualidia-campo        OGGI  0 KM moto     TOT 220 KM


VEN 24 OTTOBRE
Oggi sveglia alle 7,30 per una corsa con Bernie, seguiamo la sterrata verso il mare, si snoda a meandri tra le colline, si vede una candida coltre di nubi basse sull’acqua che celano il mare, a cui non riusciamo ad arrivare perché la strada si ferma in un villaggio popolato da cani arrabbiati, prudentemente passo con due bei sassi in mano e loro capiscono subito.  


Torniamo verso il campo dove il mio socio si ferma, mentre io continuo sull’asfalto fino alla moschea lungo la strada e ritorno, ci sono le capre che pascolano tranquille in cima ad un albero.


Sono in ritardo, hanno giò fatto colazione, così mi abbuffo al volo, mi lavo e preparo tutto in barba allo stretching.  Una volta partiti rimaniamo vicino alla costa, la temperatura è fresca e capitiamo nella nebbia, le nubi sul mare che avevamo visto.




Arriviamo ad Aourir, 40 km da Agadir, dove ci fermiamo a mangiare, siamo di fronte a mercato del pesce ma questi infelici non ne hanno, così ripieghiamo su una strana tajina con dentro l’uovo: mai vista!


Bernard controlla il differenziale, io compro un caricabatterie per le stilo a meno di 4€ e ci spostiamo al campeggio Aourir, qualche km all’interno.




Ci sistemiamo, scarichiamo le moto, sistemo il rubinetto della mia moto ruotando un poco il primo tratto dello scarico e smontiamo il gancio di traino al Toy rosso, è enorme e molto pesante. Andiamo in paese a cercare dei bulloni che lo fissano, ma qui è un’impresa disperata, non si trova nulla. Torniamo e rimontiamo i due predellini-paraurti d’alluminio alla buona, uno con una cinghia.
Faccio un bel bucato di tutto quello che ho utilizzato sino ad ora, metto in carica le batterie del gps e della camera e mi faccio una bella chiaccherata in inglese con Nick (sembra che ci tenga particolarmente, forse col fatto che è in pensione non ha più occasione di parlarlo).
Arriva l’ora dell’aperitivo che ci facciamo in piazzola e quindi si passa al ristorante per una tajina di pollo.
Buona notte,  domani arrivano gli altri in aereo e bisogna andare a prenderli in aeroporto.
Campo-Aourir           OGGI  0 KM moto,   900di auto da Tangeri          TOT 220 KM

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