lunedì 8 dicembre 2014

Un nick name rubato

Parto veramente dall'inizio, spiegando il nome. Il Simon
E' uno pseudonimo che usa mio figlio e l'ho preso in prestito perché a lui soprattutto è dedicata questa impresa, lui che ha uno spirito indomito e il coraggio di un leone, ma le sue gambe non gli permettono certe imprese. E' dedicata anche a mia moglie che ha una generosità e una costanza senza pari e a mia figlia che è brillante e instancabile.
Da tanto pensavo a una corsa verso Santiago de Compostela, ma un mese di tempo mi pesava un po' quando lavoravo, adesso, però, è scattata la fatidica pensione e conto di mettere mano alla "cassapanca dei sogni" visto che ora il tempo non mi manca!
Corro a piedi da sempre, non ho ambizioni agonistiche, quindi non mi dedico alle competizioni, se non occasionalmente, per affrontare qualche sfida che sarebbe scomodo o difficile organizzare da solo.

Ho cominciato provando a partecipare ad una maratona, quella di Venezia, per vedere se mi riusciva di finirla. Mi è riuscito.


Mi sono replicato due anni dopo con quella di  Beirut, tanto per verificare se non era stato un colpo di fortuna chiudere la prima, ma a quanto pare non lo era stato perché ho chiuso anche la seconda.

Dopo altri due anni ho affrontato la 100 km del Passatore, così, tanto per saggiare i miei limiti ed ho chiuso anche questa.

    

Accertato ormai che io sono l'avversario di me stesso ho alzato l'asticella proponendomi di fare una corsa nel deserto. Anni fa avevo considerato di partecipare alla Marathon des sables, ma non mi era stato possibile, così ho pensato di fare qualcosa di simile ma a prezzo più umano e a sforzo disumano.
Una corsa nel deserto in solitaria ed in autosufficienza alimentare, 4 tappe per un totale di 230 km, nel Sud della Tunisia con uno zaino di 10,5 kg. Francamente non pensavo di concludere, ma mi sono smentito riuscendoci.


Quest'estate, euforico per i risultati, mi sono proposto di partecipare al Tor des Geants, ma il numero ristretto dei concorrenti non mi ha permesso di rientrare tra i partecipanti. Mi sono detto:"perché non farla da esterno senza beneficiare degli aiuti dell'organizzazione?" 
Mi ha salvato da questa follia una infiammazione ad un'anca, maturata durante l'allenamento, che mi ha bloccato per due mesi. Arrivato il momento della corsa non ero pronto, così ne ho fatto solo un pezzo per provarla, ma mi sono reso conto che farla col materiale addosso è proibitivo.

Siamo arrivati all'ultima, attuale, follia: una corsa Novara - Santiago de Compostela fatta solo, a tappe di 70 km al giorno, con il bagaglio in un carrellino (autocostruito) a rimorchio. Questa volta mi sa che non riesco a farcela, mi sono imposto un traguardo un po' azzardato.
Nonostante i dubbi ci provo, mi sto allenando e vediamo come va a finire!
Sono alla prima settimana di allenamento, posterò sul blog i progressi del training e dell'equipaggiamento.

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